La Traduzione dei sottotitoli
di Patrizia Giampieri
Professore a contratto Università degli Studi di Macerata
In questo articolo si parlerà di sottotitoli, delle caratteristiche tecniche, di come eseguire una buona traduzione e dei software che si possono utilizzare.
Aspetti tecnici
Prima di tutto, per quanto riguarda l’aspetto puramente tecnico, i sottotitoli devono occupare non oltre il 66% dello spazio dello schermo in larghezza e non oltre il 15% in altezza.
Inoltre, i sottotitoli devono comparire in una o al massimo due righe. Ogni riga è generalmente composta da 35/40 caratteri.
I tempi di esposizione del sottotitolo dipendono dalla scena: generalmente compaiono quando l’attore parla e scompaiono quando ha finito di parlare, o quando cambia scena.
Nel caso in cui due personaggi dialoghino, i sottotitoli vanno preceduti dal segno – e vanno scritti su due righe distinte.
Poiché l’occhio umano legge più velocemente le frasi brevi, è generalmente preferibile suddividere un sottotitolo in due righe, anche se non è eccessivamente lungo.
Nella suddivisione, è bene mantenere il senso compiuto di ciascuna riga e non interromperla in punti logici, come ad esempio tra verbo e soggetto, o tra un articolo ed un sostantivo.
La durata minima di un sottotitolo sullo schermo è di 1 secondo. Quindi qualsiasi battuta deve durare almeno 1 secondo, altrimenti l’occhio non riesce a leggerla.
La durata massima è invece di 4 secondi, che sale a 6 nei sottotitoli di due righe. Quindi un sottotitolo diviso in due righe non può essere esposto per più di 6 secondi, altrimenti si rischia che lo spettatore rilegga il sottotitolo e si soffermi più sullo “scritto” che sul “parlato”.
Il sottotitolo non è infatti un testo “autonomo”, ma deve sempre restare uno testo ausiliario, che si deve integrare con lo strumento visivo.
Fedeltà all’audio
Il ritmo della lingua parlata è generalmente superiore alla velocità media di lettura.
Per questo motivo, tradurre tutto ciò che un personaggio dice è spesso impossibile. Quindi è probabile che alcune parole vengano modificate usando sinonimi più brevi o non vengano scritte affatto, quando non sono particolarmente rilevanti.
Inoltre, si tendono ad eliminare ridondanze, ripetizioni, esitazioni (ovvero gli elementi caratterizzanti la lingua parlata) ed, ovviamente, i suoni “tipici” del parlato (quali: eh, mmm, ah ah…).
Nel sottotitolo si cerca il difficile equilibrio tra la lingua parlata (con le sue ridondanze, omissioni, deviazioni da regole standard, ripetizioni, etc.) e la necessità di trasmettere un messaggio senza costringere lo spettatore a focalizzare l’attenzione sul testo scritto. Un buon sottotitolo, paradossalmente, diventa quindi “invisibile”.
Note del traduttore
Per questo motivo, nei sottotitoli non si possono usare NdT, benché a volte i traduttori siano tentati di spiegare alcune cose, laddove la lingua originale crea fraintendimenti.
Punteggiatura
La punteggiatura acquista un ruolo fondamentale nel sottotitolo, in quanto tende a trasmettere le emozioni dei personaggi.
Ad esempio, i puntini servono ad indicare esitazione o l’interruzione di un discorso ad opera di qualcun altro; i trattini (come specificato sopra) indicano il dialogo tra due personaggi; le virgolette si usano per una citazione, un uso scorretto di un termine, un modo di dire, etc. Infine, anche il font del carattere è importante. Il corsivo, ad esempio, serve per indicare una voce che parla alla TV, o alla radio, oppure per esprimere un pensiero ad alta voce, dare voce ad un flashback, etc.
Sottotitolaggio come catena di montaggio
Chi traduce non è detto che debba occuparsi anche di spotting (allineamento). Questa attività compete a chi inserisce i sottotitoli nella lingua del film e sincronizza il testo con l’audio (quindi segue tutte le norme tecniche elencate sopra!).
Il traduttore, invece, si occupa in teoria soltanto di tradurre il sottotitolo nella propria lingua madre. Generalmente, infatti, si traduce sempre verso la propria lingua materna.
Software di sottotitolaggio
In commercio vi sono tantissimi software disposizione. Ad esempio si possono installare Subtitle Edit (http://www.nikse.dk/subtitleedit/) o Subtitle Workshop http://subworkshop.sourceforge.net/download.php. Entrambi sono gratuiti e su Youtube si possono trovare molti video tutorial (la maggior parte in lingua inglese) che spiegano dettagliatamente come usarli. Questi software creano dei file a parte contenenti i sottotitoli. Il formato dei file è .srt, comunque apribile (ed editabile) con il Notepad (blocco note).
Codec
Indipendentemente dal software che si sceglie, può essere necessario installare dei CODEC, che permettono al software di “vedere” (o “leggere”) i video, altrimenti i video non si riuscirebbero ad aprire e si riceverebbero messaggi del tipo “formato non supportato” o “impossibile leggere il file”. Un sito consigliabile è: http://www.videohelp.com/software/K-Lite-Codec-Pack, dal quale si scarica un pacchetto chiamato K-Lite Code Pack.
Pratica
Per impratichirsi un po’, si possono scaricare video da Youtube ed allenarsi partendo da cose semplici (anche in Italiano), quali documentari, favole per bambini, etc.
Per scaricare video da Youtube, è possibile utilizzare il seguente software gratuito:
4K Video Downloader: https://www.4kdownload.com/it/products/product-videodownloader.
Una volta creato il file con i sottotitoli usando Subtitle Edit oppure Subtitle Workshop, è possibile vedere il video (con i sottotitoli) usando VLC media player (http://www.videolan.org/vlc/) oppure SMPlayer (http://smplayer.sourceforge.net/en/downloads), entrambi gratuiti.
Bibliografia
La sottotitolazione: una panoramica. Annalisa Sandrelli, Facoltà di Interpretariato e Traduzione – Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT). http://www.accademia-aliprandi.it
Sottotitoli? Sì, grazie. 2000. Francesca Nironi, SSLMIT, Università degli Studi di Trieste, pp. 97-100.